Due miliardi e 637 milioni. Queste le dimensioni del taglio previsto per la sanità nel 2015, che sarà legato fondamentalmente alla mancanza di aumenti del Fondo Sanitario Nazionale per l'anno in corso. Ma da dove arrivano i finanziamenti per questa riduzione delle spese. Sul fronte teorico quasi un miliardo e mezzo dovrebbe arrivare dai fornitori di beni e servizi oltre che dai produttori di dispositivi medici. Molte regioni, tuttavia, probabilmente non percorreranno in toto questa strada come ricorda l'Assessore alla Salute della Toscana Luigi Marroni, che promette di non toccare al ribasso i compensi per chi si occupa di cucine e mense ospedaliere. Allo stesso modo dovrebbe comportarsi anche l'Emilia-Romagna, che lavora soprattutto sulla spending review interna. Per il resto, mentre i produttori di dispositivi non sembrano accettare di buon grado i possibili tagli per i finanziamenti al settore, emerge che anche la farmaceutica dovrebbe fare la sua parte. I mezzi appaiono diversi: si va da una revisione del prontuario con una riduzione del costo per il sistema sanitario dei farmaci biotecnologici, anche in assenza di biosimilari, al momento della scadenza del brevetto. Infine si punta ad aumentare ancora l'appropriatezza dell'atto medico, indicando le condizioni di "derogabilità". In pratica se vengono prescritti esami o visite specialistiche non appropriate, sarà il paziente a pagare le prestazioni.
Da Repubblica del 16 aprile
DALLA DIAGNOSI ALLA DISABILITA’: RUOLO DELLA MEDICINA LEGALE