Malattie croniche intestinali, scoperta molecola chiave

 L'interleuchina (Il)-33 ha un ruolo chiave nel trattamento delle malattie infiammatorie croniche intestinali (Mici o Ibd, da Inflammatory bowel diseases), in particolare della malattia di Crohn e della rettocolite ulcerosa, patologie di origine multifattoriale complessa la cui incidenza è in aumento nei Paesi industrializzati. La molecola favorisce la riparazione delle pareti intestinali danneggiate dalla malattia mediante l'attivazione di altre sostanze ad azione riparativa, i microRna (mRna). Infatti, in modelli animali di malattia e su cellule intestinali umane si è visto che Il-33 tramite specifici mRna coinvolti può guarire la parete intestinale, suggerendo nuove vie di cura. L'importante scoperta, pubblicata sulla prestigiosa rivista "Pnas" dell'Accademia americana delle Scienze, è il risultato di uno studio condotto dal team coordinato da Antonio Gasbarrini, direttore Area Gastroenterologia ed Oncologia medica della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli Irccs - Università Cattolica di Roma, e diretto da Loris Lopetuso della Case Western Reserve University - School of Medicine di Cleveland in collaborazione con il team di Theresa Pizarro presso il Dipartimento di Patologia dello stesso Ateneo. La ricerca è stata resa possibile anche grazie alla innovativa Ibd Unit della Fondazione Policlinico A. Gemelli Irccs

Attualmente le Ibd - che interessano in Italia almeno 150.000 persone, solitamente giovani e giovani adulti, con un tasso di incidenza in costante aumento - si tengono sotto controllo con un ristretto numero di agenti immunomodulatori con un'efficacia variabile da paziente a paziente, che tuttavia spesso si esaurisce con il passare del tempo. L'interleuchina Il-33 e il suo recettore St2/Ilrl1 fanno parte della famiglia di molecole Il-1 e agiscono nel network infiammatorio dell'immunità innata. Sebbene il coinvolgimento dell'asse Il-33/St2 nelle Ibd fosse noto, gli studi che finora avevano provato a stabilire precisamente il suo esatto ruolo hanno prodotto risultati contraddittori o ambigui. «In questo studio su modello murino» spiega Loris Lopetuso «per la prima volta abbiamo scoperto che Il-33 e il suo recettore hanno un'importante funzione protettiva per le pareti intestinali, accelerandone i processi di guarigione tramite l'espressione di un network di micro Rna (miRs), in particolare del miR-320, che risulta fortemente espresso nelle cellule epiteliali isolate dall'intestino degli animali con colite trattati con Il-33». Inoltre, lo studio mostra che utilizzando cellule intestinali in provetta prive di miR-320A, vi è il blocco della riparazione cellulare nonostante la somministrazione di Il-33. «La mancanza di Il-33 o del suo recettore St2» aggiunge Gasbarrini «impedisce il completamento del processo di guarigione mucosale dopo un danno infiammatorio. Invece, la somministrazione terapeutica (esogena) di Il-33 durante la fase di riparazione del danno mucosale è in grado di accelerare pesantemente la formazione di nuovo epitelio (riepitelizzazione) e la guarigione, con un concomitante miglioramento dell'infiammazione intestinale».
Nel complesso, tali dati indicano che durante le fasi di infiammazione intestinale l'asse Il-33/St2 giochi un ruolo cruciale nel processo di guarigione intestinale mediante l'attivazione di miR-320 che a sua volta promuove la riparazione epiteliale e la risoluzione dell'infiammazione. «Questo studio pone le basi razionali per la valutazione di un potenziale approccio terapeutico tramite l'azione protettrice dell'Il-33 e/o del miR-320 nelle Ibd» sottolinea Gasbarrini. «Il prossimo passo della ricerca, dunque, sarà valutare come varia il comportamento di questo asse nell'uomo in risposta agli agenti immunomodulanti attualmente in commercio. Ci aspettiamo che tale asse funzioni meglio nei pazienti che rispondono maggiormente alle terapie disponibili, per cui in futuro potremmo sfruttare questa molecola non solo come possibile target di innovativi farmaci biotecnologici, ma anche come marker di risposta mucosale precoce ai farmaci».

Fonte:doctor33.it

 

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