Nuove terapie contro sclerosi e demenze

 Neurologia | Redazione DottNet | 18/10/2017 

Il neo presidente della Società di neurologia parla di farmaci appena introdotti e nuove molecole in arrivo 
Gianluigi Mancardi è il nuovo presidente della Sin, la società di Neurologia. Direttore della clinica neurologica dell'Università di Genova, ha portato a termine numerosi studi sulla Sclerosi Multipla. Dottnet lo ha intervistato in esclusiva (clicca qui per la video intervista completa):
Professor Mancardi, l'Italia è tra le nazioni che ha fatto grossi passi avanti nel campo della ricerca neurologica
E' così: il nostro Paese si pone a livelli molto alti per quanto riguarda la produzione scientifica nel campo delle neuroscienze e ovviamente nelle cure. Nella sclerosi multipla, e non solo, abbiamo numerosi farmaci molto efficaci, come il fingolimod, il natalizumab, l'alemtuzumab che tuttavia presentano anche problemi di effetti collaterali e di sicurezza.
Sono in arrivo nuove terapie?
Certo: il daclizumab, con meccanismi di azione estremamente innovativi, o la terapia mirata a colpire i linfociti B come l'ocrelizumab o ancora la terapia immunosoppressiva ad ampio spettro già usata nelle malattie ematologiche e infine la cladribina. E anche la fase progressiva, soprattutto se associata da attività alla Risonanza magnetica o da ricadute, sembra avere una finestra terapeutica. Non dimentichiamo che la partita contro la sclerosi si gioca nei primi anni dall'esordio e si deve fondare su un'alleanza stretta tra paziente e neurologo curante.
Le demenze sono un altro grande problema per i nostri anziani. 
Ed anche in questo settore l'Italia è molto avanti, grazie all'avanzata diagnostica. Siamo vicini, ma non abbiamo ancora la terapia contro il decadimento mentale, pur avvalendoci di neuro immagini, medicina nucleare. Nel giro di qualche anno potremo avere a disposizione nuovi farmaci che ci consentiranno di dare una riposta positiva.
E per l'alzheimer?
Possiamo fare diagnosi con i test neuro psicologici, poi abbiamo la medicina nucleare che ci permette di visionare l'area del cervello interessata o i marcatori per esaminare la mieloide. Insomma ci sono possibilità diagnostiche impensabili fino a pochi anni fa. La cura però arriverà fra un paio di anni, e a quel punto dovremo porci il problema dei costi vista anche la grande quantità di persone interessate.
Il neurologo, e quindi la Sin, come si confronta con gli altri specialisti?
Abbiamo malattie che durano una vita e che quindi vanno affrontate con i geriatri, patologie croniche che vanno seguite con la collaborazione dei medici di famiglia. E' importante per noi confrontarci con gli altri specialisti, anche perché la malattia neurologica si presenta con aspetti molto complessi, dall'urgenza ospedaliera alla cronicità che può essere affrontata dai medici del territorio.

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